La retinopatia diabetica è una complicanza del diabete che può sorgere anche a distanza di 5 – 10 anni dalla prima diagnosi della malattia. Essa rientra tra le patologie più gravi della retina e colpisce prevalentemente soggetti tra i 25 e i 60 anni che già soffrono di diabete, soprattutto laddove la malattia non è curata adeguatamente.
In particolare, la retinopatia danneggia lo strato nervoso presente nel fondo dell’occhio. Con il tempo, gli elevati livelli di glicemia indeboliscono i vasi sanguigni presenti all’interno della retina, che non ricevendo un’adeguata quantità di sangue ed ossigeno, degenerano.
Nei casi più gravi la retinopatia può condurre alla cecità.
Esistono due tipologie di retinopatia diabetica, che si distinguono per gravità della patologia:
- la Retinopatia diabetica non proliferante (NPDR). Rappresenta il primo stadio della malattia, quello meno grave e più facilmente reversibile. In questo caso i vasi sanguigni indeboliti dal diabete possono presentare microaneurismi, emorragie o trombosi nelle ipotesi più gravi un edema maculare. Spesso nella NPDR il paziente non presenta particolari sintomi, o avverte in qualche caso una leggera distorsione della vista.
- la Retinopatia diabetica proliferante (PDR). Rappresenta lo stadio più avanzato della malattia, quando i vasi sanguigni si gonfiano in modo anomalo danneggiando la retina. I sintomi più comuni sono rappresentati dall’annebbiamento della vista o da improvvise perdite di acutezza visiva, che rendono difficili anche le azioni più comuni di lettura, scrittura e guida. La retinopatia diabetica proliferante può avere come conseguenza fenomeni gravi quali il distacco della retina oppure il glaucoma.
Come si cura la retinopatia diabetica
Il modo migliore per intervenire sulla retinopatia è prevenirla.
In particolare, ai soggetti diabetici è consigliato di prenotare tempestivamente una visita oculistica, in modo tale da monitorare le condizioni della retina e lo stato delle capacità visive.
Per quanto riguarda le patologie in fase avanzata, è possibile applicare alcuni trattamenti volti a limitare la progressione della malattia. Chiaramente il trattamento varia al variare della gravità della patologia e all’entità del danno al fondo dell’occhio.
Una delle cure più efficaci per contenere l’avanzamento della retinopatia è quella basata sull’utilizzo del laser.
Nel caso di edema maculare (cioè di fuoriuscita di liquido e sangue dai capillari), la luce del laser va a colpire i vasi sanguigni danneggiati, favorendo il riassorbimento del fluido e ripristinando la funzione visiva.
Nelle patologie più gravi come ad esempio nel distacco di retina, è consigliabile intervenire chirurgicamente con una speciale operazione, la vitrectomia.
Attraverso questa tecnica si procede all’esportazione del corpo vitreo, ovvero quella sostanza gelatinosa posta all’interno dell’occhio, responsabile della formazione della retinopatia.
Ogni situazione deve comunque essere valutata singolarmente per stabilire le modalità di intervento più corrette in relazione alle proprie condizioni di salute.